Respirare, il ritmo più naturale della vita, era diventato un lusso irraggiungibile per Chen Ming (nome fittizio), 38 anni. La sua “via aerea vitale” – la trachea – presentava un difetto di 8 centimetri dopo un intervento per cancro alla tiroide, superando di gran lunga il limite di riparazione di 6 centimetri riconosciuto a livello globale. Tra la vita e la morte, un team medico ha eseguito un intervento innovativo, ricostruendo con successo una “nuova trachea” utilizzando tessuto autologo di Chen Ming, riportandolo indietro dal baratro. Dopo oltre due mesi di trattamento, il paziente si è sostanzialmente ripreso, creando un miracolo medico: la riparazione di un difetto tracheale più lungo mai riportata al mondo.
Due mesi fa, Chen Ming ha subito un ampio difetto tracheale e un’infezione a causa di gravi complicazioni post-operatorie. Incapace di respirare autonomamente, poteva contare solo su un tubo tracheale artificiale per sostenere la sua vita. Alla fine, Chen Ming è stato trasferito al Reparto di Chirurgia Toracica per le cure.
Dopo aver accettato questo caso impegnativo, il team medico ha immediatamente condotto una valutazione completa. Hanno determinato che, sebbene il rischio chirurgico fosse significativo, un’azione immediata era cruciale. Il 1° agosto, la realtà dell’intervento si è rivelata ancora più grave del previsto. Durante l’operazione, l’esplorazione ha rivelato che la sezione necrotica della trachea di Chen Ming era in realtà lunga 8 centimetri, molto più dei 5 centimetri mostrati dalle scansioni TC, rappresentando quasi due terzi dell’intera trachea. Il supporto cartilagineo di questo “passaggio vitale” era completamente necrotico, con la parete tracheale residua sottile come un’ala di cicala. Ancora più pericolosamente, l’arteria carotide destra era immediatamente adiacente a questa sezione tracheale, e la sua parete era stata anch’essa erosa. Il minimo errore avrebbe potuto portare a rottura vascolare e emorragia massiva.
“Senza tempo per trovare una sostituzione tracheale artificiale adatta, e con le tecniche chirurgiche convenzionali rese inefficaci, abbiamo dovuto trovare un altro modo per dare a Chen Ming una possibilità di sopravvivenza”, ha deciso il team medico di utilizzare il tessuto del paziente stesso per ricostruire la trachea – un approccio rivoluzionario.
I medici hanno accuratamente arrotolato il lembo miocutaneo pettorale maggiore dal torace sinistro di Chen Ming – un “tessuto composito cutaneo” costituito da pelle, tessuto sottocutaneo e vasi sanguigni – in una nuova struttura tubolare, creando un sostituto tracheale. Per evitare che questo nuovo passaggio collassasse durante la guarigione, i medici hanno utilizzato una cannula tracheale per il supporto interno, simile all’installazione di “puntellamenti temporanei” per un tunnel. Per combattere ulteriormente l’infezione e promuovere la guarigione, hanno ingegnosamente “reclutato” il tessuto del grande omento, ben vascolarizzato, dall’addome, trapiantandolo nell’area della ferita al collo di Chen Ming, stendendo efficacemente una “membrana di riparazione naturale” sulla regione danneggiata.
Nel post-operatorio, Chen Ming ha sperimentato diverse situazioni critiche, tra cui rottura vascolare e necrosi delle vie aeree di nuova costruzione, ma i tempestivi interventi del team medico hanno gestito con successo ogni crisi. Dopo oltre due mesi di trattamento, la respirazione autonoma che gli era stata tolta è finalmente tornata.
“La riparazione di difetti tracheali di segmento ultra-lungo è sempre stata una sfida chirurgica mondiale. Questa pratica di successo non solo ha creato un miracolo di vita per Chen Ming, ma ha anche aperto nuove strade per la ricostruzione chirurgica tracheale, portando speranza di sopravvivenza a più pazienti in situazioni disperate simili.”